1. Arsegan Easybrew30, che in realtà ha una capienza al colmo di 40 litri. Relativamente economica e discretamente efficace, anche se leggerina come acciaio impiegato, secondo me buon compromesso tra costo ed efficacia. Comprata con serpentina in acciaio. Non uso l'automatismo, gestisco le fasi della cotta a mano, ci vuole poco a impostare temperatura e tempo di volta in volta.
2. Se comincio a mezzogiorno, finisco a mezzanotte o giù di lì. Ma ho fatto solo due cotte di grani. Con l'esperienza si velocizza tutto. L'aspetto più rognoso è il sollevamento pesi, e quindi ho installato un paranco in cucina.
3. Per me l'aspetto più rognoso è mettere tutto a posto nel casino di casa mia per avere tavolo del tinello sgombro, cucina e tinello puliti, tutti i piani di lavoro in ordine. Non sono un bravo massaio. Mentre birrifico metto musica (mi piace l'Opera) che mi tiene compagnia.
4. Sì, uso un pHmetro e correggo con acido lattico. Penso che il pHmetro sia una di quelle cose che, se si fa birra di grani, sia imprescindibile. Riprendendo cioè il punto della domanda 1, cioè dove tirare la linea tra costo ed efficacia di una soluzione, io penso che si possano fare ottime birre da estratto luppolato ma, se si vuole fare una birra di grani, allora secondo me bisogna mettersi a fare sul serio con tutto: un bel mulino, un decente pHmetro, una pompa da travaso seria se serve travasare. Capisco la necessità del risparmio o anche il "gusto" di risparmiare, di fare molto con poco, ma la birra è anche tanto lavoro e diminuire la bontà del risultato per risparmiare non ha senso. La vita è breve, e come diceva Seneca "ogni giorno si muore". Quindi quando si fa una cosa meglio farla bene, con gusto, con attenzione, con soddisfazione. Se devo risparmiare sui materiali, allora preferisco dedicarmi alle birre da estratto luppolato che sono comunque ottime se ben fatte.
5. Non ho mai riscontrato problemi, in questo senso:
5a) non mi importa molto se la birra è appena più corposa o appena meno corposa del previsto, o appena più alcolica o appena meno alcolica del previsto. Prendo appunti sì, per capire il processo, ma a me interessa più la correttezza della fermentazione, cioè la bontà del prodotto, più che la rispondenza a dei canoni predefiniti; Non importa che sia 90-60-90, importa che sia Manuela Arcuri (giovane)
5b) In ogni caso dopo la bollitura puoi sempre aggiungere acqua distillata se è venuta troppo densa, o estratto secco se è venuta troppo fiacca. L'estratto secco si scioglie bene anche nel mosto freddo.
6.
a) Gordon Strong, Brewing better Beer;
b) John Palmer, How to Brew: Everything You Need to Know to Brew Great Beer Every Time. Con lo stesso titolo e sempre dello stesso autore gira un PDF semplificato e c'è un sito, howtobrew.com, che è un ottimo posto per cominciare, ma il libro di cui ho citato il titolo completo è più elaborato ed approfondito;
c) Charlie Papazian, The Home Brewer's Companion;
d) Ray Daniels, Progettare grandi birre;
7.
Ho ancora birre di due anni fa, e sono ancora ottime. Le tengo a 14°C in un congelatore termostatato a quella temperatura. In genere faccio birre "belghe" belle corpose oppure delle stout, sono stili forse che invecchiano meglio di altri. Una lager, che è tutta giocata su leggerissime sfumature di luppolo e di malto, potrebbe invecchiare male o risentire di più delle ossidazioni, ma io non faccio lager in casa. Le birre meno forti si mantengono meno. Francamente non considero matura una birra prima che siano trascorsi 3 mesi da quando l'ho imbottigliata, ma secondo me 6 mesi è meglio. Le istruzioni dei kit dicono che sono bevibili dopo un mese o meno, ma è uno dei tanti casi in cui le istruzioni vogliono semplificare il lavoro al domozimurgo per paura di scoraggiarlo. Regola generale: le istruzioni dei produttori NON sono volte al miglior risultato.
8. Non mi è chiaro cosa vuoi fare. Essere un uomo fortunato ed avere una cantina con 22° d'estate e 16° d'inverno non ti esime dal "dovere" di comprare una fascia riscaldante (o tappetino) con relativo termostato

. La temperatura influisce molto sullo sviluppo degli aromi di fermentazione, ed è una cosa su cui, con poca spesa, si ha pieno controllo. Tu hai la grande fortuna di poter birrificare sia d'estate che d'inverno controllando la temperatura solo in riscaldamento, cioè ritoccandola solo verso l'alto. Usare più lievito del necessario non compensa una temperatura di fermentazione sbagliata. Usare più lievito anziché la dose normale non fornisce vantaggi, salvo quando forse hai una bustina o due bustine di cui non sei sicuro riguardo allo stato di salute, in quei casi sicuramente
melius abundare quam deficere.
E sono senz'altro d'accordo con @mario, segna tutto perché la memoria tradisce. Io sono due anni che non birrifico e probabilmente non potrò riprendere prima di altri due anni, ma ho, come dire, solidi appunti da cui ripartire. Anche i libri ben annotati sono importanti perché, se fai una lunga pausa, riprendere i libri su cui hai studiato, con le tue annotazioni, ti farà recuperare in breve tutte le conoscenze che temevi finite nel dimenticatoio.